Diego Galdino (classe 1971) vive a Roma e ogni mattina si alza alle cinque per aprire il suo bar in centro dove tutti i giorni saluta i clienti con i caffè più fantasiosi della città. Con Sperling&Kupfer ha pubblicato il suo romanzo d’esordio, Il primo caffè del mattino (di cui sono stati venduti anche i diritti cinematografici), Mi arrivi come da un sogno , Vorrei che l’amore avesse i tuoi occhi e Ti vedo per la prima volta. I suoi libri sono tradotti con successo in Germania, Austria, Svizzera, Polonia, Bulgaria, Serbia, Spagna e Sudamerica. “L’ultimo caffè della sera” è stato appena pubblicato in Bulgaria con grande entusiasmo delle lettrici e presto verrà pubblicato nei restanti paesi.
Questa la trama dell’ultimo romanzo:
Il primo caffè del mattino si era concluso con una domanda a cui nessuno aveva dato una risposta. Una dichiarazione d’amore bellissima, che purtroppo non era bastata al povero Massimo, proprietario di un piccolo bar nel cuore di Trastevere, per convincere la ragazza francese di cui si era innamorato a restare a Roma con lui. Sono passati due anni da allora e nella vita di Massimo sono cambiate molte cose, così come nel bar Tiberi, dove però, tra addii e nuovi arrivi, l’atmosfera è rimasta quella di sempre, allegra e impertinente. Poi, un giorno, come in un déjà vu, al bar piomba un’incantevole ragazza dai grandi occhi blu. Si chiama Mina, viene da Verona e lavora in un noto negozio del centro. Tutto questo, però, Massimo ancora non lo sa, sa solo che la giovane è alla ricerca del famoso bar dove si prepara il caffè alla Nutella più buono del mondo. E a lui non resta che arrossire e annuire. Sarà il primo di tanti caffè… Così, tra una romantica passeggiata romana e l’altra, l’amicizia tra i due si trasformerà presto in qualcosa di più. Ma, proprio quando le cose iniziano a funzionare, il passato torna a bussare, prepotente, alla porta, costringendo il nostro barista a dover fare una scelta. Una scelta di cuore, perché lui ne ha soltanto uno da donare.
Il caffè è un mondo affascinante e poterlo esplorare, parlarne approfonditamente con chi non solo sa farlo, ma sa anche comunicarlo, è un vero piacere. Ecco perchè vi annuncio di avere un preparazione un post, in cui Diego ci guiderà attraverso tutti i principali tipi di caffeè, ma intanto riporto ora uno stralcio dell’intervista che l’autore ha concesso al sito libreriamo.it:
Da barista a scrittore: come nasce l’idea di scrivere libri?
“Ho iniziato a scrivere romanzi molto tardi, anche se da bambino scrivevo delle storie di fantascienza. Affascinato da cartoni animati come Goldrake o Mazinga Z, ricordo che la signora Maria, uno dei personaggi de Il primo caffè del mattino, mi cuciva insieme i fogli per farli diventare dei piccoli libri.
Mi dispiace tantissimo che siano andati persi. Si può dire che sono diventato lo scrittore di oggi per merito – o colpa – di una ragazza adorabile che a sua volta era grande appassionata di Rosamunde Pilcher. Una scrittrice inglese che di storie d’amore se ne intendeva parecchio.
Un giorno questa ragazza mi mise in mano un libro e mi disse: «Tieni, questo è il mio romanzo preferito. Lo so, forse è un genere che piace più alle donne, ma sono certa che lo apprezzerai, conoscendo il tuo animo sensibile». Il titolo del romanzo era “Ritorno a casa” e la ragazza aveva pienamente ragione. Quel libro mi conquistò a tal punto che nelle settimane a seguire lessi l’opera omnia dell’autrice. Il mio preferito era “I cercatori di conchiglie”.
Scoprii che il sogno più grande di questa ragazza di cui ero perdutamente innamorato era quello di vedere di persona i posti meravigliosi in cui la Pilcher ambientava le sue storie. Ma questo non era possibile perché un grave problema fisico le impediva gli spostamenti lunghi. Così, senza pensarci due volte, le proposi: «Andrò io per te, e i miei occhi saranno i tuoi. Farò un sacco di foto e poi te le farò vedere».
Qualche giorno più tardi partii alla volta di Londra, con la benedizione della famiglia e la promessa di una camicia di forza al mio ritorno. Fu il viaggio più folle della mia vita e ancora oggi, quando ci ripenso, stento a credere di averlo fatto davvero. Due ore di aereo, sei ore di treno attraverso la Cornovaglia, un’ora di corriera per raggiungere Penzance, una delle ultime cittadine d’Inghilterra, e le mitiche scogliere di Land’s End.
Decine di foto al mare, al cielo, alle verdi scogliere, al muschio sulle rocce; al vento, al tramonto, per poi all’alba del giorno dopo riprendere il treno; fare il viaggio a ritroso insieme ai pendolari di tutti i santi d’Inghilterra che andavano a lavorare a Londra.
Un giorno soltanto, ma uno di quei giorni che ti cambiano la vita…
Tornato a Roma, lasciai come promesso i miei occhi, i miei ricordi, le mie emozioni a quella ragazza. Forse le avrei lasciato anche il mio cuore, se lei non si fosse trasferita con la famiglia in un’altra città a causa dei suoi problemi di salute. Non c’incontrammo mai più, ma era lei che mi aveva ispirato quel viaggio. In fin dei conti tutto ciò che letterariamente mi è successo in seguito si può ricondurre alla scintilla che lei aveva acceso in me. La voglia di scrivere una storia d’amore che a differenza della nostra finisse bene.”
Come è cambiata la tua vita nella doppia veste anche di scrittore?
“In effetti, come direbbe lo Hugh Grant di Notting Hill, tutto è un po’ surreale, ma bello. La mia è un po’ una doppia vita come quella di Clark Kent e Superman. La cosa più bella è quando vengono al Bar lettori dei paesi in cui sono stati pubblicati i miei romanzi, per farsi fare una dedica o scattarsi una foto dietro al bancone insieme a me.
Vedere le loro facce incredule quando entrano nel Bar e mi trovano dietro al bancone a fare i caffè come il protagonista dei miei romanzi è qualcosa di bello a cui non mi abituerò mai. Lì si rendono conto che è tutto vero, che non mi sono inventato niente; che sono entrati a far parte delle mie storie come i personaggi dei libri che hanno letto.
Poi quando gli presento Antonio l’idraulico, Pino il parrucchiere, Luigi il falegname e il tabaccaio cineromano “Ale Oh Oh” la loro realtà supera la mia fantasia. Ancora oggi stento a credere di essere diventato uno scrittore di fama internazionale, me ne rendo conto quando mi capita di andare a parlare dei miei libri all’estero.”
Certo, poter vivere a contatto con le persone può essere stressante, ma sicuramente può fornire anche parecchie idee ed ispirazioni, ma adesso, quali sono i prossimi obiettivi? C’è già un nuovo romanzo in cantiere? O qualche viaggio assolutamente da fare?
“Il mio progetto futuro più importante è proprio il mio ultimo romanzo, “L’ultimo caffè della sera”, a cui tengo tantissimo per tutti i motivi che ho già detto. Vorrei davvero che fosse letto da più persone possibili. Non per scalare le classifiche o fare numeri da capogiro, ma per far capire alle persone che i romanzi d’amore fanno bene al cuore e all’anima, perché l’amore è l’unico colore che sta bene su tutti… Il prossimo viaggio assolutamente da fare è rispondere all’invito del mio editore bulgaro e volare in Bulgaria nella prossima primavera per partecipare ad un mega evento organizzato per darmi la possibilità d’incontrare i miei lettori bulgari che tanto si sono appassionati alle mie storie.”
Ringraziando Diego e facendogli i migliori auguri per la sua doppia carriera, vi consiglio di conitnuare a seguirci, perchè tornerò a parlare ancora di Diego e con lui esploreremo meglio il mondo del caffè.
Intanto, correte tutti in Libreria a prenotare la vostra copia di “L’ultimo daffè della Sera” (Sperling&Kupfer)… e buona lettura!!