Oggi desidero proporre ai miei lettori l’estratto di uno studio bibliografico da me condotto, sulle modalità di azione del profumo a livello cerebrale.
Sebbene la componente visiva abbia ormai preso il sopravvento nella nostra vita, infatti, l’olfatto continua ad avere una sua notevole importanza, ben superiore a quella che, consciamente, tendiamo ad attribuirgli.
Vediamo perché.
Un profumo è costituito da un insieme di sostanze che, a causa del basso peso molecolare, sono definite volatili: in grado, cioè, di essere veicolate dall’aria e di raggiungere, così, la nostra cavità nasale.
Da qui, le molecole sono in grado di sollecitare le terminazioni nervose e trasformare l’energia chimica in impulsi elettromagnetici, diretti ai centri olfattivi.
In tal modo si stabiliscono delle connessioni con il sistema limbico che regola i comportamenti istintivi.
Per tale motivo è possibile affermare che le percezioni olfattive hanno una forte componente emozionale, anche perché esse sono le uniche a non essere filtrate dal talamo, prima di pervenire alla corteccia.
Ciò spiega come mai un profumo o un odore sia capace di evocare istantaneamente ricordi vividi di esperienze anche lontane.
Razza, alimentazione e ambiente di vita possono conferire alla nostra pelle una fragranza diversa.
Le popolazioni “negroidi”, ad esempio, hanno solitamente, per il naso di un “caucasico”, un odore forte e sgradevole; la pelle degli aborigeni australiani ha un sottofondo che sa di fosforo; le donne dell’Africa centrale hanno una lieve fragranza di nocciola; sudamericani, tailandesi ed indonesiani hanno un odore molto speziato; gli asiatici, in generale, così come i nativi americani, invece, hanno un odore di pelle appena percettibile.
Naturalmente anche l’ambiente di vita o di lavoro può influenzare il nostro odore: lavorare in fonderia conferisce un sentore metallico, mentre fare il cuoco in una mensa, alla lunga, dà alla pelle un odore di cibo e così via…
Le nostre stesse abitazioni possono avere una fragranza particolare (legata ai cibi in essa cucinati, ai prodotti per le pulizie utilizzati), che a sua volta può impregnare gli inquilini.
Le persone sovrappeso tendono a sudare di più, rendendo così la loro pelle un terreno fertile per la formazione e la proliferazione di batteri che producono cattivi odori.
E’ inoltre noto che sostanze come aglio, cipolla, asparagi, caffè, tabacco (sigarette, sigari e pipa), spezie ed alcolici, siano in grado di trasudare dall’epidermide e dare, così, luogo ad odori sgradevoli.
Un esperimento degli antropologi Jan Havlicek e Pavlina Lenochova, infine, ha dimostrato che un consumo eccessivo di carne è in grado di generare nella pelle un odore meno piacevole rispetto a chi predilige cibi di origine vegetale; anche un’alimentazione troppo salata può portare ad un cattiva aroma della pelle: l’organismo, infatti, si libera dell’eccesso di sale, principalmente attraverso le urine, ma anche tramite la sudorazione, lasciando sulla pelle un deposito dal sapore lievemente amaro.