Siamo finalmente in quel momento dell’anno in cui il Natale inizia ad entrare nelle nostra quotidinità e allora oggi voglio parlarvi di uno dei piatti tipici della tradizione norvegese, consumati proprio nel periodo natalizio: il pinnekjøtt.
Prima di tutto, ci tengo a dire che ho avuto il privilegio di assaggiare questo piatto direttamente a casa di un ragazzo italiano (un partenopeo che vive in Norvegia da 11 anni) e della sua compagna.
Francesco, con cui siamo diventati ottimi amici, è molto bravo ai fornelli, tant’è vero che sta sviluppando la sua vita professionale, qui a Oslo, proprio nel campo della ristorazione.
La ricetta che mi ha proposto, comunque, è proprio quella tradizionale norvegese.
Ma che cos’è il Pinnekjøtt?
Si tratta di costolette d’agnello, che possono essere sia salate ed essiccate che salate, affumicate ed essiccate, la cui ricetta è stata a lungo un segreto ben custodito tra le valli e i fiordi della Norvegia occidentale e di alcune zone del Trøndelag, ma che oggi è popolare in tutta la Norvegia.
E’ un piatto che la stragrande maggioranza dei norvegesi è solita consumare alla vigilia di Natale o a Capodanno.
Tuttavia, il periodo natalizio, nei paesi Scandinavi, è molto sentito e va da fine ottobre/inizio novembre a gennaio inoltrato, quindi questo piatto è facile che venga proposto durante questi mesi dell’anno; durante questo periodo, infatti, è più facile reperire sul mercato il pinnekjøtt, anche a prezzi abbordabili, dato che l’offerta di tale prodotto è molto più alta rispetto al resto dell’anno. E’ bene sempre considerare che gli stipendi medi norvegesi sono tra i più alti d’Europa e il costo della vita è decisamente più impegnativo rispetto all’Italia.
Dato che una buona parte della pietanza è composta da ossa e grasso se ne consigliano 500 gr a persona, nel caso in cui il pinnekjøtt rappresenti la portata unica del pasto, se invece si prevede di servirlo, come da tradizione, assieme a salse ed altri contorni, allora 350 gr a persona dovrebbero essere più che sufficienti.
Ingredienti per 4 persone:
– 1-2kg di Pinnekjøtt (costolette), acqua.
Procedimento:
Divedere le costolette in pezzi, tagliandole lungo l’osso; immergerle in acqua fredda per una notte e poi predisporle su di una griglia, sul fondo di una casseruola (meglio se utilizzate quelle con la griglia in corteccia di betulla). Riempire la casseruola d’acqua fino a raggiungere la griglia sulla quale abbiamo adagiato la nostra carne in strati uniformi. Portare l’acqua ad ebollizione e cuocere la carne al vapore fino a che diventi tenera (circa 2/3 ore), prestando attenzione che vi sia sempre dell’acqua all’interno della casseruola, affinché questa non si non bruci. Durante queta cottura a vapore, il pinnekjøtt essuderà buona parte del suo grasso che finirà, quindi, nell’acqua all’interno della casseruola ed andrà a costituire un sugo grasso e molto saporito, ottimo per condire poi la stessa carne e le verdure con cui la accompagneremo. Una volta terminata la cottura a vapore, generalmente si usa grigliare o friggere le costolette.
Il mio amico Francesco le ha ripassate al forno per circa 15 minuti a 200 gradi, in modo da farle leggermente dorare.
In Norvegia, questo piatto viene solitamente servito su piatti caldi con salsicce, patate bollite (servite con tutta la buccia), stufato di cavoli e purea di navone o di kålrot (rapa svedese). Tutti questi contorni possono essere aromatizzati con sughi di cottura, mostarda o mirtilli. Il piatto viene accompagnato con del pane non lievitato e per bevanda una buona birra, possibilmente doppio malto e dalla gradazione alcolica di almeno 8 gradi.
Personalmente ho gustato questo piatto con un bell’Amarone della Valpolicella e vi posso assicurare che l’abbinamento non è stato affatto male, data la complessità del piatto, che richiede una bevanda alcolica con una certa struttura.
Andiamo a vedere meglio la preparazione dei contorni, cominciando dallo stufato di cavolo cappuccio.
Ingredienti per 4 persone:
– 1 cavolo cappuccio da 600/700 grammi,
– vino bianco secco,
– 4 cucchiai di olio extravergine di oliva,
– 1 scalogno,
– sale,
– pepe,
Procedimento:
Togliere le foglie esterne del cavolo cappuccio, tagliarlo spicchi e metterlo in una pentola con acqua salata bollente per farlo lessare per 5/6 minuti. Scolatelo una volta cotto. Prendete una padella antiaderente con bordi alti e metteteci l’olio con lo scalogno tritato finemente, aggiungete il cavolo cappuccio che avrete tagliato a pezzi grossolani. Fate insaporire e sfumate con un po’ di vino. Quando il vino sarà evaporato aggiungete dell’acqua, regolate di sale e pepe e fate cuocere per almeno mezz’ora. Servite caldo.
Passiamo a vedere come realizzare la purea di kålrot (rapa svedese).
Ingredienti per 4 persone:
– un kålrot di medie dimensioni,
– 5/6 carote,
– panna da cucina (se in Italia) oppure fløte (se in Norvegia),
– burro,
– sale,
– pepe,
– succhi di cottura del pinnekjøtt.
Procedimento:
Il procedimento è piuttosto semplice: sbucciare ed affettare il kålrot per poi cuocerlo in acqua leggermente salata finché non diventa tenero. Rimuovere quasi totalmente l’acqua e frullare il kålrot , aggiungendo panna (o fløte), burro, pepe e succhi di cottura del pinnekjøtt.
In ultimo, vediamo come preparare la purea di navone (ruta).
Ingredienti per 4 persone:
-1 kg di navone,
– acqua,
– pepe,
– sale,
– succhi di cottura del pinnekjøtt.
Procedimento:
Anche in questo caso il procedimento è piuttosto semplice: sbucciare ed affettare il navone per poi cuocerlo fino a che diventi tenero, in acqua leggermente salata. A questo punto si può rimuovere l’acqua e passare o frullare il navone, per poi condirlo con sale, pepe e succhi di cottura del pinnekjøtt.
Si tratta, ovviamente, di piatti piuttosto calorici che appartengono alle tradizioni di un popolo storicamente abituato a fronteggiare diversi di intenso freddo, durante i quali il fabbisogno energetico del corpo è maggiore. Se ne consiglia, quindi, un consumo moderato.
Detto questo…non mi resta che augurarvi “God Appetitt“!!
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