Non si può dire di esser stati in Veneto, senza riportarsi a casa almeno un po’ di Prosecco…ma per approfondire al meglio il mondo affascinante che si cela dietro quello che è uno dei prodotti enologici più venduti in Italia, mi sono recato presso la Cantina Merotto a Col San Martino.
Qui ho avuto la possibilità di intervistare il loro tecnico: Mark Merotto.
Con lui ho capito la grande differenza che c’è tra il Prosecco DOCG e quello DOC.
La zona della DOC è situata esclusivamente in pianura, con una estensione di circa 20 mila ettari tra Veneto e Friuli (area vasta, terreni e climi diversi).
Per evitare di farsi “copiare il nome”, si è scelto di depositare il termine “Prosecco” facendo passare la DOC a DOCG e l’IGT a DOC.
Oggi quando parliamo di DOCG intendiamo una zona esclusivamente collinare, con una produzione molto inferiore rispetto alla DOC e con una superficie di appena 6000 ha, la cui zona storica va da Conegliano a Valdobbiadene.
La necessità di “sfruttare un nome conosciuto”, spendendo poco, ha portato ad una grande richiesta sul mercato della DOC, a tal punto che oggi è possibile affermare che “il primo alleato del prosecco DOC é il DOCG e il primo nemico del DOCG é il DOC“.
Non conoscendo a fondo le differenze che vi sono tra la DOCG e la DOC, infatti, si tende a prediligere l’acquisto della seconda tipologia, con ripercussioni non proprio positive per la DOCG.
Il top del Prosecco è il Cartizze, seguito dal Prosecco DOCG. La prima qualità di DOCG è il Rive (legato ad una specifica zona produttiva), con un disciplinare più restrittivo del DOCG, che prevede 6000 ha totali per meno di 70 milioni di bottiglie (90% spumante con una pressione in bottiglia di minima 3,5 atm, il rimanente 10% è costituito da vino fermo e frizzante, con una pressione che non va oltre le 2,5 atm).
Fatta questa breve, ma doverosa introduzione, andiamo ora a parlare in maniera più specifica dell’Azienda Merotto.
Le tipologie di spumante sono 3:
– Brut (0-12 g/l di zucchero);
– Extra dry (12-17 g/l);
– Dry (17-35 g/l).
Il 60% del prodotto è extra dry perché rispecchia maggiormente il vitigno. L’uva di Glera, infatti, ha delle caratteristiche molto fruttate, freschezza e fragranza: tali sensazioni vanno gustate entro due anni. Non si tratta, infatti, di un vino predisposto all’evoluzione in bottiglia.
Sylvot e Cappuccina sono i principali sistemi di allevamento, con una densità di 3000/3500 ceppi/ettaro.
I terreni sono marne-arenaree-cineree.
Il Glera ha un grande sviluppo fogliare, ma non si fanno defogliazioni, in quanto i terreni sono disposti a sud, senza problemi di ristagno e permettono di non fare defogliazioni, anche perché si dovrebbero fare a mano, su un sistema di allevamento non idoneo alla defogliazione; sono, invece, previste 2 o 3 potature verdi.
Alcolicità moderata e grande beva, unitamente a stili di vita abbastanza frenetici, hanno concorso al grande successo commerciale del Prosecco, pronto per essere gustato in qualsiasi momento della giornata.
Il residuo zuccherino intermedio dell’extra dry accontenta più palati.
Verdiso (acidità), Bianchetta (maggior grado zuccherino) e Perera (profumi) possono concorrere in piccole percentuali, aggiungendosi così al Glera.
I terreni in pendenza favoriscono il drenaggio. Ogni anno vengono impiantate nuove viti, senza estirpare quelle vecchie che, con le loro radici, evitano frane.
Una vite entra in piena produzione verso l’ottavo anno e nello stesso vigneto vi sono viti di diversi anni: questo favorisce l’ombreggiamento delle nuove viti e la competizione radicale, integrando anche sfumature aromatiche diverse.
In collina è possibile effettuare un minor numero di trattamenti perché ci sono meno ristagni di umidità.
La vendemmia dura almeno 20 giorni, perché in punti diversi della collina, l’uva raggiunge la perfetta maturazione in tempi diversi.
Produzione: 500.000 bottiglie. 40% del venduto all’estero.
Tra proprietà e affitto, l’azienda dispone di circa 20 ettari.
Prodotti principali:
– 2 versioni di brut (“Graziano Merotto” e “Bareta”. Il primo è particolarmente interessante, poichè ottenuto da un solo vigneto. Il mosto fiore va direttamente in autoclave per diventare spumante e poi resta sui propri lieviti per altri 6-7 mesi, prima di venir filtrato ed imbottigliato);
– 1 extra dry;
– 1 dry (“La Primavera di Barbara”);
– Rosè: base di pinot nero.
In generale, si fanno assemblaggi di vini fermi diversi, ottenuti da uve raccolte in zone diverse, con caratteristiche diverse, per poi fare la presa di spuma in autoclave ed ottenere un vino che sia extra dry/dry.
Nonostante una considerevole produzione, il primo produttore di spumante al mondo rimane ad oggi la Germania, seguita dalla Russia.
Tuttavia in Italia e non solo, ormai, il termine “Prosecco” è talmente in voga da aver quasi soppiantato il termine “Aperitivo” e il consumatore medio tende anche ad indicare con questa parola il vino frizzante…qualunque esso sia!
Tra ciò che un barista può acquistare a 2 o 3 a bottiglia ed un Prosecco DOCG, però, c’è molta differenza…quindi…la prossima volta che vorrete fare un aperitivo con questo vino…per favore…non chiamatelo “Prosecchino”!!
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Consigli gastronomici: a circa 20 minuti da questa Cantina si trova l’Ostaria al Contadin.
Un agriturismo con camere dove è possibile mangiare carne allo spiedo e piatti tipici della zona.
Produzione anche di vino proprio (Azienda Agricola Crodi).
Davvero un ottimo rapporto qualità/prezzo.
Nel caso vi trovaste in zona, l’indirizzo preciso è
Via Capovilla 17-19
31030 Combai di Miane (TV)
Tel: 0438/960064