Recentemente, sono stati assegnati all'elenco dei prodotti slow-food diverse preparazioni gastronomiche, dolci, prodotti da forno (e similari) pugliesi, tra i quali c’è il confetto riccio di Francavilla Fontana.
Già presente dal 2004 nell’albo dei PAT, il confetto riccio di Francavilla, è un dolcetto tipico della ridente cittadina in provincia di Brindisi, sul confine con la provincia dello Jonio.
Ma di cosa stiamo parlando?
Il confetto riccio, chiamato anche “mennula rizza”, mandorla riccia, appunto, è un prodotto nato nei primi anni del ‘900, che nel 1912 si è aggiudicato la medaglia d’oro dalla Fiera dei sapori di Parigi. A base di mandorla (che ne costituisce il cuore) e zucchero (che la ricopre), questo bocconcino di gusto si presenta luccicante, duro e compatto, dal sapore dolce e con un leggero sentore di limone.
Questo prodotto tipico, ha l’acme della sua produzione e della vendita a febbraio in pieno Carnevale. In particolare, c’è la tradizione di scambiarsi il cartoccio di ricci fra i fidanzati, fra il giovedì “delle femmine” e quello “dei maschi” il giovedì grasso.
Ma come si produce?
Sono pochi gli artigiani che si dedicano a realizzare questa prelibatezza ed i loro opifici si trovano nel centro storico cittadino; la realizzazione inizia con la tostatura delle mandorle intere ed ancora provviste della loro pellicina (500g) e prosegue in un tegame (detto “conca”) di rame scaldato con legno di leccio che arde, dove le mandorle già tostate sono ricoperte da una glassa zuccherina (già disciolta in acqua) che poco a poco le avvolge.
La lavorazione dura due ore o più, e termina con l’aggiunta degli aromi (succo di limone, cedo o vaniglina) alla mandorla glassata e solidificata, che nella fase finale della produzione si arricciano, per poi arrivare ad assumere il loro aspetto bianco e rugoso.
L'ultimo passo consiste nel raffreddamento e nel confezionamento del prodotto, che così è pronto per giungere sulle nostre tavole e regalarci momenti di puro piacere...