È possibile degustare un’acqua minerale, carpirne il sapore, apprezzarla ed abbinarla correttamente al cibo? E come si fa? Qual’è l’acqua adatta per il nostro io? Come bere?
A queste domande cerchiamo oggi di rispondere, facendo un po’ di Cultura del bere ed imparando a vedere l’acqua come fattore curativo per la nostra persona.
Le acque minerali naturali hanno origine di falda o di giacimento sotterraneo (D.L. del 12.11.1992 n. 542); ogni acqua ha la sua impronta: non esiste un’acqua uguale all’altra, ma ognuna è un diverso “cocktail” di minerali, assorbiti dal terreno e dalle rocce attraversate nel tempo.
È molto importante leggere sempre bene l’etichetta di una bottiglia, dove troviamo numerose informazioni che ci permettono di categorizzare l’acqua in base alla loro concentrazione di minerali:
– Minimamente mineralizzate, quando hanno un residuo fisso (a 180 gradi) inferiore ai 50 mg/l;
– Oligominerali, quando il residuo fisso va da 50 a 500 mg/l;
– Mineralizzate, con residuo fisso compreso tra 500 e 1500 mg/l;
– Ricche di sali minerali, con residuo oltre i 1500 mg/l.
Altro elemento importante è il pH: il valore medio è 7, andando verso 8 siamo in presenza di un’acqua basica, andando verso 6, invece, l’acqua risulterà leggermente acida. Le acque basiche hanno tendenza dolce e quindi van bene anche per i dessert, quelle acide si abbinano bene a piatti più strutturati, come le carni. Se la nostra almientazione è ricca di cibi acidi, non sarà male bere, al di fuori dei pasti, acque tendenzialmente basiche. A tal proposito, vi ricordo che alla base della piramide alimentare, ci sono ben 8 bicchieri d’acqua: quantità minima da assumere quotidianamente.
Attenzione: le acque conservate all’interno di PET gestiti male, che magari hanno subito colpi di calore o sbalzi termici, possono avere una tendenza dolciastra. Il vetro è il miglior materiale possibile per conservare l’acque, ma non deve esser tenuto all’esterno perchè soffre il sole.
Quando beviamo reidratiamo il nostro equilibrio perché, durante la giornata, perdiamo continuamente acqua; inoltre diamo modo a tutto il nostro sistema digestivo di purificarsi. L’acqua serve sempre e non dobbiamo aspettare di avere sete per assumerla.
Ultimo elemento da valutare di un’acqua è la presenza di bollicine: grana, numero e persistenza delle bolle, infatti, devono essere valutate attentamente; 1,5/2 bar è la pressione minima che rende possibile la percezione dell’effervescenza, la quale incide anche sul gusto, permettendo di pulire la bocca da piatti strutturati o grassi.
Ho assaggiato per voi l’acqua addizionata CEDEA, usandola come acqua su cui condurre una degustazione. La conoscevate?