#DegustazionItineranti – Villa di Capezzana: Carmignano DOCG 2013
di Alessandro Serenellini
Dopo una tutt’altro che breve pausa dettata dal lavoro stagionale ed il necessario e successivo riposo, mi sono finalmente deciso a parlarvi di un vino che, per forza di cose, ha segnato e continuerà a segnare il mio percorso da sommelier e anche da bevitore un po’ più “casual”. Spero che la lettura sia di vostro gradimento!
Con l’arrivo dell’inverno cambiano le carte in tavola!!
Dall’egemonia estiva di vini bianchi e rosati è ora di tornare a tonalità e fragranze più vigorose che si spera possano rendere la stagione fredda un po’ meno malinconica, in compagnia di funghi, tartufi e selvaggina. Per questo ho deciso di portare un vino al quale sono molto legato: il “ Villa di Capezzana 2013”.
La D.O.C.G. in oggetto è quella di “Barco Reale di Carmignano”, zona vitivinicola nobile ed antichissima, che addirittura dal 1716 era stata regolata nel XVI secolo dai Medici con norme restrittive per garantirne la purezza. Quasi inutile aggiungere che la vocazione per la vinificazione è tipicamente bordolese: la fanno da padroni i vitigni di Cabernet Sauvignon, oltre, ovviamente, al Sangiovese.
Ma passiamo al vino!!
Il formato della bottiglia è quello di Bordeaux, dal vetro spesso e scuro con un’etichetta bianca che lo risalta e un sughero di buona fattura.
Versando il vino nel calice ci possiamo immediatamente rendere conto che il prodotto è ancora giovane, la tonalità rubino con riflessi porpora fa intendere che ancora possiamo tranquillamente lasciare in cantina.
Portandolo al naso si capisce immediatamente che abbiamo davanti un prodotto con ottime potenzialità di evoluzione: intenso, complesso ed abbastanza fine, regala da subito un bouquet variegato ed interessante partendo dalle immancabili fragranze di fiori rossi freschi per poi passare a più intense sensazioni di frutta come l’amarena e la fragola, i frutti di bosco (su tutti il mirtillo) ed una punta di buccia di cocomero. Promettenti sono anche i ricordi di legno e spezie come la vaniglia, il pepe, la cannella, il cuoio ed il tabacco, oltre ad una mineralità che definirei quasi “piccante”.
In bocca si conferma un vino austero ed elegante anche nella sua giovinezza: secco, caldo, abbastanza morbido, tannico, abbastanza sapido, abbastanza equilibrato, intenso, abbastanza persistente e fine. Insomma un vino di corpo, pronto ed abbastanza armonico; per usare una metafora forse banale, questo vino assomiglia a quegli amori già pronti per essere vissuti, ma che, con un po’ di criterio in più, vanno messi da parte per un altro po’, affinché si trasformino in un’esperienza più matura in grado di sfidare il tempo e di regalare calde ed inaspettate esperienze.