#DegustazionItineranti – Chateu du Tertre 1998 Margaux
di Alessandro Serenellini
Il vino preso oggi in considerazione è uno Chateu du Tertre grand Crù classè 1998 Margaux. 12,5° alcolici.
Lo Chateu du Tertre è stato fondato nel 1885 nella provincia di Bordeaux in Francia, più precisamente in Mèdoc, nell’appellazione Margaux.
La tenuta è situata su un affioramento di ghiaia e granito: ciò conferisce al terroir una condizione ottimale per la coltivazione dei classicissimi vitigni bordolesi, quali Cabernet Sauvignon, Merlot, Cabernet Franc e Petit Verdot.
Il vino si presenta all’interno di una bordolese classica, austera ed elegante, in linea con le caratteristiche del prodotto e della sua regione d’appartenenza.
Stappiamo la bottiglia e notiamo subito un sughero di ottima fattura ed esteticamente curato. Procediamo con una decantazione del vino, prima di passare alla degustazione.
Alla vista si presenta con un cristallinissimo color granato dai riflessi aranciati e di ottima consistenza.
Molto intenso, molto complesso e fine al naso, in maniera un pò prepotente, data l’annata, con sensazioni eteree molto pronunciate e frutti molto maturi; tuttavia bastano poche roteazioni nel calice per far sì che il suo buquet si apra in tutta la sua raffinatezza e potenza.
Da prima a farla da padroni sono la violetta, la mammola e i fiori, rossi e secchi, subito dopo si passa alla frutta matura come la prugna, l’amarena, il ribes nero, la mora ed i mirtilli, con l’immancabile nota dolce del peperone.
Lasciando il tempo al vino di esprimersi completamente, notiamo piacevoli cambiamenti legati all’arrivo imperioso e soave delle spezie: pepe, tabacco dolce, cuoio, caffè e liquirizia, senza tralasciare il legno che conferisce al vino quella giusta finezza che un po’ ci aspettavamo…
Finalmente passiamo all’assaggio: momenti di emozioni difficilmente descrivibili.
Un vino secco, caldo, morbido, molto equilibrato, tannico, sapido, di corpo, molto intenso. In una sola parola: eccellente; si confermano, anzi si amplificano, tutte le osservazioni dell’esame olfattivo.
Un vino di cui non si è mai paghi: un bicchiere tira l’altro. Una beva che non stanca mai, grazie alla sua finezza ed eleganza; aromatico ed etereo, ci regala momenti di vero benessere, sia mentale che fisico.
Un vino maturo, con altri 3-4 anni di potenziale armonico.
Lo consiglierei per una serata un po’ sopra le righe da trascorrere in compagnia degli amici (meglio se appassionati), accompagnato da piatti a base di agnello, selvaggina o, da vero toscano, con dei durelli.