Finalmente riesco a mettermi seduto, con calma e senza distrazioni, per buttare giù le riflessioni e gli appunti riguardanti l’ultimo Vinitaly.
Lo so, la 52esima edizione dell’evento enoico italiano più importante è terminata da ormai un po’, ma da quando sono tornato in Italia, le cose da fare sono sempre tantissime…
Per non tediarvi eccessivamente con un pezzo davvero moooolto lungo, ho deciso di spezzarlo in due parti: eccovi la prima.
Il 52°Vinitaly si è chiuso registrando complessivamente 128mila presenze da 143 nazioni, in linea con l’edizione precedente, ma aumentando il numero dei buyer esteri accreditati che quest’anno hanno fatto segnare +6%, per un totale di 32 mila presenze.
A Veronafiere, per quattro giorni, sono state presenti oltre 4.380 aziende espositrici (130 in più dello scorso anno) da 36 paesi, con oltre 15.100 vini proposti.
Interessante anche il progetto “Vinitaly and the City” che quest’anno ha portato quasi 60 mila appassionati nel centro storico di Verona e nei comuni di Bardolino, Valeggio sul Mincio e Soave. Un progetto uscito dalla fase di start-up e diventato ormai un prodotto a sé stante e come tale sarà sviluppato a partire dalla prossima edizione
È stata l’Azienda Cantine del Notaio (che avevo visitato l’anno scorso), sita a Rionero in Vulture, ad aggiudicarsi il Premio speciale Gran Vinitaly 2018, come cantina dell’anno della guida 5StarWines the Book. La società agricola in provincia di Potenza ha ottenuto la media punteggio più elevata con tre vini in almeno due tipologie diverse. A valutarla, un panel di oltre 80 esperti da tutto il mondo tra Master of wine, Master of sommelier, sommelier, blogger e giornalisti del settore, guidati da Ian D’Agata, direttore scientifico di Vinitaly International Academy.
Cantine del Notaio è stata scelta tra 935 aziende vinicole iscritte a questa seconda edizione di 5StarWines the Book, provenienti da 14 nazioni: Italia, Australia, Stati Uniti, Argentina, Spagna, Slovenia, Israele, Croazia, Azerbaijan, Ucraina; Francia, Albania, Cile e Ungheria.
Presentati in tutto 2.688 vini. Dopo tre giorni di degustazioni alla cieca, soltanto 601 (il 22%) hanno raggiunto il punteggio di almeno 90 centesimi su 100, entrando di diritto nella guida 2018, la prima mai realizzata al mondo da una fiera internazionale del vino come Vinitaly.
La mia impressione, in generale, parlando con vari produttori italiani e non solo, è stata piuttosto positiva, anche se davvero i visitatori sono stati tanti, probabilmente troppi…
Ad ogni modo, nei miei due giorni ho potuto assaggiare molte cosine interessanti…
Eccovi ciò che mi ha maggiormente colpito durante il primo giorno:
– la nuovissima (ed interessante) linea della Cantina dei Colli Ripani (il cui packaging è sempre curato ed accattivante),
– il “Bachero” della marchigiana Piersanti (azienda che, a mio avviso, ha fatto passi avanti straordinari dal punto di vista qualitativo), il “Dolium”, Nero di Troia I.G.P. dell’Azienda Casaltrinità (ex cantina sociale della zona di Barletta, i cui prodotti in generale sono veramente validi), di cui ho avuto modo di conoscere anche l’enologa, Dott.ssa Antonella Briglia,
– il “Pontel“, cocktail realizzato con l’eccellente liquore beneventano Strega.
Il Vinitaly è una kermesse durante la quale è anche possibile incontrare personaggi famosi (del mondo del vino e non solo). Quando un V.I.P. è una persona che già si conosce, ma che è anche una persona competente dal punto di vista enologico, però, è tutto molto più gradevole: Daniele Tombolini, ex arbitro di calcio della sezione di Ancona (la stessa in cui ho militato anche io per oltre 10 anni) è una di queste persone, con cui ho avuto il piacere di scambiare quattro chiacchiere e fare anche un selfie. Daniele è enologo e produttore di vino, recentemente balzato agli onori delle cronache per la sua partecipazione a Master Chef Italia.
A margine di questa prima giornata (ma purtroppo nota dolente anche l’indomani), da registrare la pessima organizzazione di Trenitalia, soprattutto per quanto riguarda la gestione del traffico in entrata su Verona, con poche e superaffollate corse… inutile sperare che l’anno prossimo si possa fare meglio?
Per tutte le foto dell’evento, come sempre, vi rimando alla pagina Facebook di CulturAgroalimentare.com (da seguire sempre!) ed, in particolar modo, all’album del #1day.