“Date da mangiare alla gente quello che dareste ai vostri figli” – Pietro Barilla
Il 19 febbraio 2014 alle 16.30 si è tenuta l’inaugurazione dell’anno accademico 2013/14 dell’ISTAO (Istituto Adriano Olivetti), importante istituzione in campo economico e formativo di Ancona.
Quest’anno è stato invitato Guido Barilla, presidente dell’omonima industria alimentare.
Tanti i temi trattati dopo una bella panoramica della storia aziendale, dei prodotti e dei marchi che ogni giorno vengono venduti in quasi tutto il Pianeta.
Eppure il primo approccio all’export risale solo al 1993. Prima di quell’anno Barilla era presente esclusivamente in Italia.
Un’azienda cresce e si attualizza continuamente per essere al passo coi tempi: così quando Guido e i suoi fratelli sono succeduti al padre Pietro, Barilla ha avviato un processo di rinnovamento del suo management, di apertura verso i mercati esteri e di avvicinamento al concetto di sostenibilità che oggi è veramente centrale nelle politiche societarie.
“Date da mangiare alla gente quello che dareste ai vostri figli”, storica frase del padre, racchiude proprio questo concetto: buono per il consumatore, sostenibile per il pianeta.
Oggi l’azienda è diversificata con moltissimi marchi ed è uno dei più grandi consumatori al Mondo di beni alimentari di base, come cereali e uova. Proprio la necessità di realizzare una produzione sostenibile e di favorire il progresso di questo settore e dei corretti modelli alimentari, ha portato a sviluppare molti studi e ricerche (visualizzabili sul portale http://www.barillacfn.com/) che hanno l’obiettivo di portare i consumatori a sviluppare sempre maggiori conoscenze dal punto di vista nutrizionale e della consapevolezza dell’impatto ambientale causato da tutto ciò che noi consumiamo.
Molto interessanti le prospettive della distribuzione da qui a 10 anni: l’acquisto on-line sarà effettuato anche per beni di largo consumo e la consegna avverrà direttamente a domicilio. Le implicazioni che ciò avrà potrebbero essere davvero imprevedibili: le aziende saranno costrette a riorganizzarsi per interloquire in maniera attiva coi clienti, non potendosi più limitare a bombardarli con spot pubblicitari; la grande distribuzione dovrà cambiare drasticamente, pena la sua scomparsa…
Personalmente ho davvero apprezzato la chiusura di questo piccolo “convegno” in cui si è ribadita l’importanza di considerare il cibo come qualcosa che fa parte della nostra cultura e non come un semplice strumento tramite cui soddisfare un bisogno primario.
Questa è esattamente la convinzione che mi ha portato ad aprire questo blog e a cercare di renderlo quanto più possibile interessante.