Nel periodo estivo siamo spesso bombardati di eventi, sagre, concerti e feste in piazza da non farci più neanche caso. Quando, però, si organizza una serata diversa dal solito, in grado di integrare gli aspetti naturalistici di un posto, con le eccellenze di quel territorio, ecco allora che, con semplicità e simpatia, possono venir fuori serate particolarmente piacevoli.
E’ il caso dell’evento “Degustando in grotta“, tenutosi presso le Grotte del Cantinone di Osimo, Venerdì 25 luglio.
Da un idea di Tiziano Cacciani, in collaborazione col Comune di Osimo, con l’Azienda Vinicola Simonetti di Staffolo (AN) ed il ristopub Kokogena.
E’ stato, così, possibile abbinare ad un tuor culturale delle grotte, uno sfizioso aperitivo con cui è stato possibile conoscere una realtà produttiva del nostro territorio di cui credo che sentiremo spesso parlare.
Sotto il segno della lettera “M”, il futuro della Simonetti Vini è nelle mani di Marco, Michele, Mirco e Massimo: giovani ed ambiziosi, trasmettono da subito sincerità e passione per ciò che fanno.
L’occasione di farsi conoscere al di là delle degustazioni in cantina, che di norma svolgono, mi ha permesso di scambiare quattro chiacchiere con Marco, per capire meglio questa realtà.
Inerbimento permanente, nessun uso di diserbanti (no trattamenti sistemici) in campo, nè di legno in cantina per i bianchi e bassissimo utilizzo di solfiti: queste le caratteristiche di base delle loro produzioni, sul mercato con 30.000 bottiglie.
Da circa 15 ettari di vigneti, allevati a guyot (90% Verdicchio, 10% Sangiovese e Montepulciano), si ottengono 5 tipologie di vini, più un passito (assente, però, a questo evento):
– un Verdicchio dei Castelli di Jesi: prodotto base dell’azienda, ma molto interessante, di cui si producono circa 10.000 bottiglie, deliziosamente ammorbidito da un 15% di Trebbiano;
– lo Staphylè: un Verdicchio 100% sul quale viene effettuato un diradamento dei grappoli in campo e che presenta i classici caratteri di pienezza del nostro amato Verdicchio (10.000 bottiglie prodotte anche di questo vino, nel 2013);
– il Classico superiore (solo 3.000 bottiglie nel 2012, l’annata 2013 è ancora in vasca): presentato in una elegante renana, questo vino si fa apprezzare in bocca per il corpo e la struttura, supportata da un 14% di alcol, ed al naso per interessanti sentori di miele e fiori gialli leggermente surmaturi. Anche in questo caso, si effettua il diradamento in campo dei grappoli non ritenuti all’altezza.
– Rosato: (50% di Montepulciano e 50% di Sangiovese): ottenuto dopo una macerazione di una notte ed un giorno, al quale fanno seguito 25 gg di fermentazione. Colore accattivane e naso piacevole, con sentori di rosa e ciliegia.
– Rosso Piceno (60% di Montepulciano e 40% di Sangiovese): anche questo vino prevede una fermentazione di circa 25 giorni ed una permanenza di 6 mesi in barrique di terzo passaggio.
Su entrambi i vigneti a baca rossa, nel periodo estivo si interviene con una defogliazione per evitare lo sviluppo di marciumi e permettere una migliore areazione dei grappoli.
Tutti vini netti, chiari, sinceri e genuini, in grado di rispecchiare perfettamente la passione di chi li produce.
Nel corso della serata è stato anche svelato il motivo del nome “Grotte del Cantinone”: si trattava, infatti, della cantina dei monaci, adiacente al refettorio.
Al di sotto della città di Osimo si sviluppa un’altra città, fatta di cunicoli: 9 km di pietra arenaria che sono state anche rifugio per persone in fuga dai bombardamenti durante la seconda guerra mondiale.
Sebbene la serata sia stata allegra e spensierata, è sempre importante ricordare dove siamo e ciò che è avvenuto in passato negli stessi posti in cui oggi noi stiamo trascorrendo le nostre vite.
Ancora complimenti a tutta l’organizzazione.
Come sempre, sulla nostra pagina facebook, tutte le foto dell’evento!!