Mancava da ben due anni la fiera di settore più importante del nostro Paese e bisogna ammettere che se n’è sentita e non poco la mancanza…
Mancava da ben due anni la fiera di settore più importante del nostro Paese e bisogna ammettere che se n’è sentita e non poco la mancanza…
Personalmente mancavo da questa fiera dal 2018: anno della mia ultima incursione a Verona, da sempre teatro di questa manifestazione mai avara di spunti di riflessione.
Numerosissimi gli eventi (interni alla fiera e non solo) e, come sempre, un calendario di appuntamenti davvero ricco. Immancabili apparizioni di vip e sfilate di politici hanno fatto da corredo alla 4 giorni di fiera, che però ha mostrato il meglio di sé, proprio nel suo insieme.
La mancanza di ben due edizioni, la scelta (per una volta) di calendarizzare l’evento in anticipo rispetto al ProWein di Dusseldorf e la voglia di ripartenza, hanno fatto che si che l’aria respirata a questa 54esima edizione, fosse decisamente più frizzante del solito.
Si è davvero avvertita la voglia di rivedersi, di stringersi la mano, di degustare, commentare e raccontare il meglio delle proprie produzioni.
Come sempre, qualche perplessità prima dell’inizio: poche agevolazioni per gli addetti ai lavori, praticamente niente biglietti omaggio anche per le stesse cantine e alcuni costi poco chiari per gli espositori. Queste le lamentele che ho personalmente raccolto durante la prima giornata di fiera, ma che hanno lasciato il posto ad una diffusa soddisfazione per l’andamento della fiera stessa e per i numeri registrati:
Altra novità interessante è stata rappresentata dal padiglione dedicato alla mixology, a riprova dell’importanza del settore degli aperitivi e cocktail, che sempre più spesso regalano incursioni anche nel mondo wine.
L’aver spostato l’inizio della fiera dal sabato alla domenica e l’aver significativamente incrementato i costi dei biglietti, hanno portato ad una maggior selezione dei partecipanti, con una forte presenza di addetti ai lavori ed esperti.
Personalmente ho avuto anche il piacere di partecipare ad un wine tasting, organizzato dalla Fisar (Fondazione Italiana Sommelier Albergatori Ristoratori), su alcune vecchie annate di Luigi Veronelli, che, nonostante gli anni alle spalle, restano alquanto suggestive ed ancora in grado di emozionare.
Delle Aziende Monte Cillario (interessante il Valpolicella superiore del 2019, con appassimento delle uve di un mese su pianta ed affinamento in tonneau dai 12 ai 15 mesi), Soloperto Vini (Primitivo di Manduria), Castello di Gabiano (Barbera d’Asti), Noventa (Botticino DOC) e Peri Bigogno (Igp Montenetto di Brescia), gli assaggi per me più sorprendenti ed intriganti di questa edizione. Aziende che spero davvero di poter visitare di persona quanto prima (e in certi casi di rivisitare): splendide fotografie di territori lontani e diversi, accomunati dall’eccellenza delle proprie produzioni vitivinicole.
Che vi piaccia o no, Vinitaly è sempre Vinitaly: una splendida occasione di arricchimento culturale e personale, in cui il vino la fa da padrone e si ha la possibilità di viaggiare attraverso tutta l’italia enoica, saltando da un padiglione all’altro.
L’appuntamento con l’edizione numero 55 del Vinitaly è per Aprile 2023: dal 2 al 5 Verona tornerà ad essere “caput mundi vini“… e già non vedo l’ora!!