Durante la mia ultima settimana ad Oslo, mi sono congedato da uno dei miei migliori amici con una bella serata di degustazione, durante la quale abbiamo avuto modo di stappare due bottiglie (più un bag in box, ad esser sinceri) di cui non posso non parlare.
Una serata durante la quale si sono incontrati un attempato, ma ancora bevibilissimo, “signore” toscano ed un possente “ragazzo” pugliese. Una serata in grado di riscaldarti, grazie a gradazioni alcoliche importanti e stuzzicarti con profumi in continua evoluzione.
Una (fresca) serata di inizio marzo, due vini eccellenti, tre amici innamorati del buon vino.
Ma procediamo con ordine ed andiamo a conoscere meglio i protagonisti di questa serata.
Cominciamo, per rispetto dell’età (di vendemmia) dal Carpineto 2003 Toscana I.G.T. Cabernet Sauvignon. Cliccando qui è possibile leggere alcune info interessanti sul produttore.
Prodotto dalla Casa Vinicola Carpineto, questo vino si presenta limpido, rosso rubino e consistente.
Al naso è intenso, complesso e fine con, al primo impatto, sentori di frutta surmatura e marmellata, che si riducono col passare dei minuti, lasciando il passo a note di mora e succo di ciliegia. L’impressione, al naso, è che questo vino sia stato in grado di sopportare bene gli anni.
In bocca è secco, caldo, morbido, fresco, abbastanza tannico, sapido, speziato e leggermente piccante, ha un buon corpo, è equilibrato e fine, con una buona persistenza.
Da abbinare a piatti piccanti (verdure ripassate con aglio e peperoncino, ad esempio), formaggi e salami.
Insomma, una gradevole sorpresa.
Spostiamo ora naso e palato sul Maccone Rosso 17° di Angiuli Donato. Un primitivo 100% frutto della vendemmia del 2013.
17 i gradi alcolici, proprio come suggerisce il nome dell’etichetta.
Vigneti siti nel Comune di Acquaviva, su suoli argillosi.
Vendemmia manuale, rese per ettaro bassissime e nessun uso di legno.Pri
Nel bicchiere si presenta con un rosso rubino profondo, praticamente purpureo, limpido e consistente.
Al naso è intenso, complesso e fine. Richiede un po’ di tempo per aprirsi davvero, data la struttura importante, con note aromatiche eteree, fruttate (frutti rossi sotto spirito) e floreali (fiori leggermente appassiti). In seconda battuta, pepe e liquirizia.
In bocca è secco, caldo, molto morbido, leggermente bruciante, potente: un’esplosione di gusto. Frutta leggermente marmellata, fresco, con un tannino sostenuto ed al contempo morbido. Sapido, persistente, ovviamente di corpo ed abbastanza equilibrato, nonostante un tenore alcolico impegnativo.
Da gustare anche da solo, come vino da meditazione, grazie ad una lieve dolcezza finale, gradevolissima, supportata da una forza capace quasi di annebbiarti la vista per un attimo.
Personalmente lo abbinerei a formaggi grassi e stagionati, cacciagione, arista di maiale in salsa di prugna e contesti in cui possano incrociarsi il salato ed il dolce.
Insomma, uno di quei vini da provare assolutamente.
Un bell’incrocio, questo tra Toscana e Puglia, avvenuto, per caso, in Norvegia, in una sera di fine inverno…