Mi sembra doveroso, in un blog che tratta di cultura agroalimentare a 360°, cercare subito di chiarire un concetto fondamentale:
Che cosa si intende per Alimento?
Per definizione, si definisce alimento qualsiasi sostanza che sia in grado di esercitare una o più delle seguenti funzioni:
fornire materiale energetico per la produzione di calore, lavoro o altre forme di energia (protidi, glucidi, lipidi);
fornire materiale plastico per la crescita e la riparazione dei tessuti (protidi e minerali);
fornire materiale ‘regolatore’, in grado di catalizzare le reazioni metaboliche (minerali e vitamine).
Tutti gli alimenti derivano dalle piante o dagli animali e, quindi, sono di origine biologica. E’ la stessa natura biologica degli alimenti, però, a determinarne una serie di trasformazioni che non solo ne modificano le caratteristiche originali, ma che arrivano a comportarne anche il deterioramento.
In tali trasformazioni non ci limitiamo ad includere solo gli interventi di tipo fisico e le reazioni chimiche e biochimiche, ma anche quelle biologiche legate all’attività dei microrganismi che si trovano nell’aria, nell’acqua e nel suolo.
L’uomo sviluppò le prime tecniche di conservazione a partire dall’esperienza diretta e dalla necessità di poter disporre di un determinato alimento per un tempo maggiore.
Oggi possiamo scegliere fra una varietà incredibile di prodotti alimentari, la cui realizzazione è possibile grazie allo sviluppo di tecnologie di trasformazione e conservazione degli alimenti che si sono evolute negli anni.
Sicuramente a livello familiare si continuano a seguire le tradizioni alimentari tramandate nel tempo o gli antichi metodi di lavorazione e di conservazione di un determinato prodotto, ma a questi si sono affiancati anche altri sistemi, come le microonde o i raggi gamma, che solo fino alla metà del XX secolo erano pura fantascienza.
Non è mia intenzione scendere troppo nei dettagli. Con questo post, però, vorrei semplicemente stimolare la riflessione su ciò che, con la nostra alimentazione, inseriamo ogni giorno all’interno del nostro organismo e che, in tal modo, diventa parte di noi:
Cos’è? Da dove proviene? Che lavoro di trasformazione lo ha portato fino a me? Che valenza nutrizionale può avere? Che cosa va ad apportare al mio corpo? E’ davvero ciò di cui ho bisogno?
La cultura agroalimentare parte necessariamente da queste considerazioni.