Vi ricordate come eravate quando vi siete confrontati con le prime guide per conseguire la patente? Io, almeno, mi sentivo impacciato, insicuro e avevo mentalmente bisogno di ripassarmi ogni volta determinati passaggi.
L'altra notte, ragionando sui prossimi corsi legati al mondo del Vino che andrò a tenere in queste settimane, riflettevo sul fatto che degustare un vino sia un po' la stessa cosa...
Si parte dalle schede di degustazione, dallo studio del lessico e della terminologia, dalla comprensione, che cresce vino dopo vino, giorno dopo giorno, di ciò che significa degustare e di come si valuti un vino. L'esperienza che si accumula e si somma, degustazione dopo degustazione, ci porta ad affinare i nostri sensi, ad esser sempre più consapevoli ed anche veloci in sede di valutazione.
Nel 2003 sostenni il mio primo esame universitario legato al corso di Laurea in Viticoltura ed Enologia, mentre nel 2006 mi avvicinai al mondo dell'analisi sensoriale. Avrei poi conseguito quella Laurea nel 2011, dopo averne concluse altre, sempre in ambito agrario. Nel 2008 mi iscrissi al primo corso sommelier. Nel 2010 completai il primo corso ONAV per diventare un Assaggiatore di Vino. Nel 2014, il diploma da Sommelier e nello stesso anno le prime partecipazioni da giudice in qualche manifestazione.
Solo al termine del 2023, tuttavia, ho cominciato a tenere delle serate, poi divenute corsi, legate a questo mondo. Esattamente 20 anni dopo aver iniziato a studiare il Vino, partendo dalla sua chimica e dalla viticoltura.
Ripensando ai primi anni, a tutti i seminari ed alle degustazioni a cui ho preso parte, ai tanti esperti che ho ascoltato e da cui ho cercato di apprendere il più possibile, ho capito l'importanza della forma e di seguire un ordine. La scheda era sempre con me, imparata a memoria.
Ma per cosa...? Mia insicurezza personale? O fedele supporto?
Oggi, sono in grado di guidare un'auto col cambio manuale o con quello automatico, senza pensare ad ogni singolo passaggio necessario per guidare dal punto A al punto B.
Così è con un vino... Lo osservo, lo annuso, lo assaggio...lo lascio parlare, libero di esprimersi. Il mio compito, ora, è semplicemente quello di cercare di comprendere ciò che quel vino vuole raccontare, per riportare, nella maniera più fedele possibile, ciò che mi sussurra al palato.
Forse non ho più voglia (e semplicemente non sento più la necessità) di imbrigliare tutto ciò all'interno di una scheda.
Del resto, un vino non nasce per farsi catalogare e classificare.
Con ciò non voglio dire che non segua (o non si debbano seguire) delle regole, ma, esattamente come quando si guida (o si impara a fare qualunque cosa, sviluppando nel tempo una determinata abilità), bisogna prima di tutto costruirsi una struttura, all'interno della quale muoversi nel tempo, per poi arrivare a comprendere che tale struttura può anche essere infranta e superata.
La struttura rimarrà lì, a nostra disposizione, ma, se vogliamo e se sentiamo che non è più così necessario rimanervi all'interno, se abbiamo imparato bene a camminare, possiamo anche correre, saltare, danzare...fuori dagli schemi.
Esattamente come un grande vino fa all'interno del nostro palato, ogni volta che apriamo la nostra mente ed il cuore ad un assaggio in grado di regalarci emozioni.