Oggi è con grande piacere che “ospito” sul mio blog una persona particolarmente in gamba, conosciuta grazie a Linkedin diversi mesi orsono….
Sto parlando di Francesca Camerlengo, una nostra connazionale che ormai vive e lavora stabilmente fuori dall’Italia, avendo creato dal nulla realtà imprenditoriali valide, che stanno permettendo ai nostri produttori più capaci e lungimiranti di sviluppare contatti importanti in altri paesi.
Ciao Francesca e benvenuta su CulturAgroalimentare.com!
– Ti va di dirci brevemente qualcosa su di te e sui progetti che stai portando avanti?
Sono una social media specialist, nata a Benevento qualche annetto fa, connessa sui social network 15 ore al giorno. Ho anche una bella laurea in Economia e Commercio incorniciata e appesa al muro. Una laurea che, oltre alle competenze e alla predisposizione a fare impresa, mi ha dato la giusta indicazione: l’Italia non mi avrebbe aiutato a crescere professionalmente.
L’ho capito proprio il giorno della discussione della tesi, quando presentando un progetto di sviluppo di marketing enoturistico e culturale della mia città, ho visto facce sgomente come se stessi parlando di fantascienza. All’epoca ancora non eravamo in piena crisi, ma il tessuto economico italiano era già attanagliato da eccessiva burocrazia e scarsa attitudine all’imprenditorialità.
Per fortuna sono stata lungimirante e quindi mi sono dedicata subito alle attività di internazionalizzazione, spinta dalla convinzione che il Made in Italy all’estero, se ben valorizzato, non teme confronti e, soprattutto, dalla voglia di dare all’Italia ciò che merita.
Nei prossimi mesi mi aspettano progetti stimolanti. I nostri sforzi saranno concentrati sul creare sempre maggiori opportunità di export alle aziende italiane (sia per il settore Food&Beverage che per altri, come ad esempio, cosmetica & wellness, design, moda ecc…) nei nostri paesi di riferimento: Irlanda, Paesi Baltici, (Lituania, Estonia e Lettonia) e, in un futuro non molto lontano, anche Finlandia.
Sono paesi che tradizionalmente amano tutto ciò che è Made in Italy e quindi vi sono opportunità concrete da poter cogliere. Ovviamente quando si parla di internazionalizzazione bisogna anche tener conto dei “fake“, cioè del fatto che ancora oggi sono presenti all’estero molti prodotti spacciati per italiani, ma che di italiano non hanno nulla. Ecco perché la promozione è importante.
– Cosa ti ha spinto a fondare ben due aziende e perché proprio in Irlanda?
Strano ma vero, ho sempre avuto l’Irlanda nel cuore anche senza averla mai vista di persona. Poi la mia prima volta a Dublino ha confermato il mio amore per l’Isola Verde, un po’ come una storia d’amore virtuale a lieto fine.
Allo stesso tempo voglio sottolineare che sono Italiana e amo il mio paese profondamente e credo che l’Italia abbia risorse uniche al mondo.
In primis, naturalmente, quelle agroalimentari…ma non solo: abbiamo paesaggi naturalistici incantevoli, un patrimonio storico-artistico che tutti ci invidiano, per non parlare della predisposizione allo stile ed al design che ci hanno reso famosi in tutto il mondo.
L’Italia, però, ha anche un grande limite: non valorizza le professionalità e le competenze, specie quelle dei giovani, e soprattutto, impedisce o limita fortemente, la possibilità di fare impresa.
Ho scelto l’Irlanda per questo: perchè è un paese meritocratico, dove non esistono pregiudizi, non vi sono barriere all’entrata e se vali veramente hai mille possibilità di riuscire ad affermarti professionalmente, senza nessun “aiuto” e senza nessuna segnalazione di sorta.
Così sono nate le due aziende irlandesi a cui dedico ogni mia giornata: la Strive International Consulting Ltd e la FIBI Ltd – Federation of Italian Business in Ireland – di cui la Strive è membro fondatore insieme ad altri soci italiani e irlandesi.
La FIBI è una federazione il cui scopo principale è fare da ponte tra i due paesi incrementando gli scambi commerciali e le relazioni professionali tra italiani e irlandesi. La Strive invece si occupa di marketing internazionale promuovendo l’export di aziende italiane in Irlanda e nel Baltico e di aziende irlandesi nel Baltico e in Italia.
In particolare io mi occupo della gestione di tutti i canali social della FIBI e della Strive e del contatto con le aziende italiane che vogliono aprirsi a nuovi mercati.
– Quali sono state le maggiori difficoltà che hai incontrato lungo il tuo percorso?
Sinceramente la difficoltà maggiore contro cui quotidianamente combatto è la diffidenza delle aziende italiane nei confronti delle nostre attività all’estero. Diffidenza assolutamente comprensibile, date le molteplici e inevitabili esperienze negative accumulate dalle nostre aziende negli anni.
Chiaramente le ridotte riserve finanziarie odierne rappresentano un ulteriore ostacolo, ma chi fa impresa dovrebbe sapere che deve esser disposto a correre dei rischi (ovviamente calcolati) e che non esiste sviluppo senza investimenti.
Da anni ormai la frase che ripeto più spesso alle aziende è: “per entrare in nuovi mercati esteri bisogna partire dalla promozione, lei comprerebbe un prodotto che non ha mai provato e che non conosce?“
– Quali sono i punti focali delle vostre attività e in cosa vi ritenete davvero dei fuoriclasse?
Ad oggi il core business delle nostre attività è rappresentato dalla promozione di prodotti agroalimentari italiani all’estero – in particolare in Irlanda e nelle Repubbliche Baltiche – dalla consulenza all’apertura di nuove società in Irlanda e dallo sviluppo dei mercati esteri per le imprese irlandesi agroalimentari e non.
Stiamo anche affrontando un settore complesso come quello della celiachia, problema molto presente in Irlanda (non tutti sanno che in Irlanda vi è un altissimo numero di persone celiache) e dovuto essenzialmente alle abitudini alimentari del passato.
Per quanto riguarda il settore agroalimentare, il nostro lavoro consiste nel mettere in contatto le cantine e le aziende italiane con i principali importatori specializzati. Per fare ciò organizziamo periodicamente delle iniziative promozionali, sia i classici BtoB, giornate dedicate all’esposizione dei prodotti, alla degustazioni, alle trattative commerciali e, nel caso, alla eventuale chiusura di accordi commerciali tra aziende e buyer, sia dei tasting professionali e mirati a cui prendono parte solo importatori e buyer, con la possibilità di cucinare e presentare non solo i prodotti ma anche le tradizioni, i processi produttivi, le tipicità regionali, la storia di un’azienda e di un territorio.
Altra iniziativa di successo è rappresentata dalle missioni commerciali: pianifichiamo un’agenda di incontri tra azienda e buyer presso le sedi degli importatori potenzialmente interessati ai prodotti che vogliamo promuovere.
Si tratta di formule ormai collaudate, che consentono alle aziende di incontrare direttamente i potenziali compratori dei loro prodotti senza perdite di tempo.
La nostra forza consiste proprio nel selezionare gli operatori economici da invitare in base ai prodotti della azienda cliente e alle sue esigenze specifiche, così da incontrare solo buyer referenziati e interessati.
Prima di partecipare alle nostre iniziative, infatti, gli importatori vengono da noi messi al corrente dei prodotti che saranno presentati, attraverso l’invio delle schede tecniche dei vini e delle brochure dei prodotti. Gli incontri sono, inoltre, chiusi al pubblico.
– Quali sono le prossime iniziative e come può CulturAgroalimentare.com esservi utile?
La prossima iniziativa è il “Tasting Italy in Dublin“, un tasting di vino e prodotti agroalimentari italiani organizzato dalla FIBI in partnership con la Strive, in programma il 4 marzo a Dublino.
Si tratta di un tasting mirato ad importatori, distributori, wine bar, negozi off-license, ristoranti italiani ed altri buyer irlandesi.
Durante la serata sarà possibile presentare i vini e gli altri prodotti, cucinare piatti tipici della cultura regionale di ogni azienda presente, fare abbinamenti tra prodotti italiani e prodotti irlandesi per suggerire ai buyer possibili utilizzi dei prodotti italiani.
Ecco cosa intendiamo noi per promozione sui mercati esteri.
Sono contenta di aver avuto l’opportunità di questa intervista perché sono convinta che attraverso CulturAgroalimentare.com, il cui stesso nome dà l’idea dell’ambiziosa mission di questo blog, sia possibile fare un’ottima “cultura della promozione agroalimentare”, diffondendo il valore del vero Made in Italy all’estero e incoraggiando le imprese italiane ad aprirsi sempre più verso i mercati esteri, aggiornandole con dati, notizie e opportunità che di volta in volta si presenteranno.
Tu, Raffaello, potresti essere un autorevole ambasciatore per tutte quelle aziende italiane che vogliono partecipare alle nostre iniziative, affidandosi ad un “rappresentante d’eccezione”.
– E’ davvero una bellissima idea! Francesca, grazie per questa intervista. Ora saluta i nostri lettori come fossero degli Irlandesi….
“May the luck of the Irish be with you. Take care of you.”
3 Comments
Buona sera Francesca sono Emanuele molfetta titolare di una ditta di produzione abbigliamento donna vorrei chiederti se vi invio qualche foto della collezione che attualmente sta girando in tutte le regioni di Italia . Chissà se riesco a trovare un partner per la mia linea ne sarei grato . Buona serata
Gentilissimo,
questa è solo un’intervista che ho voluto pubblicare sul mio blog per dare visibilità ad una persona che stimo e che porta avanti un progetto interessante.
Tuttavia ci concentriamo esclusivamente su aziende del settore agroalimentare e viticolo enologico.
Buona giornata.
Grazie mille buon lavoro