Cari follower (o semplici curiosi), finalmente riesco a mettermi al pc ed a scrivervi il mio primo post da Oslo.
E’ stata, ovviamente, una settimana piuttosto impegnativa, durante la quale ho preso confidenza con la Capitale della Norvegia, trovato una casa ed iniziato a lavorare presso il Byarkivet: l’Archivio di Stato di Oslo.
Perchè io sia finito fin qui per fare questo lavoro esula dai contenuti del blog, quindi mi limiterò a raccontarvi gli aspetti salienti di questi primi 6 giorni…
Sono necessarie circa 4 ore (scarse) di volo per arrivare ad Oslo dall’Italia ed al suo arrivo rimarrete colpiti dall’ordine e dall’efficienza: treni ad alta velocità con frequenza elevatissima, vi permettono di raggiungere la Stazione centrale dei treni (Oslo S) in meno di 30 minuti dall’aeroporto di Gardermoen.
Da subito si ha l’impressione (almeno per chi vi si reca in questo periodo dell’anno) di trovarsi in una città ospitale e tranquilla. Temperatura gradevole, sui venti gradi.
Oslo è una città pianeggiante, molto verde, che si gira bene anche a piedi o in bicicletta.
E’ anche una città molto ricca, con paghe orarie che si aggirano, per lavori come il cassiere di un supermercato, sui 18 euro.
Chi pensa, però, che per gli straccioni e i mendicanti qui non vi sia posto, dovrà ricredersi, mentre chi crede questa sia la città più cara del mondo, sicuramente non è in torto. A cominciare da una corsa in autobus, che costa 50 corone norvegesi: 5,50 euro.
A prima vista colpisce lo scarsissimo numero di persone sovrappeso o obese (e generalmente non sono norvegesi), a riprova del fatto che praticare sport riveste una grande importanza in questo Paese.
Tutti sono cordiali e sorridenti ed anche le persone di una certa età parlano un inglese fluente. Qualche difficoltà, invece, con gli autisti degli autobus.
In questo periodo dell’anno, il sole sorge verso le tre del mattino e tramonta attorno alle 22.30, quindi è possibile godere di giornate veramente lunghe. Di contro, l’inverno deve essere un vero inferno: gelido e con pochissime ore di luce… Non a caso, la Norvegia presenta un alto indice di suicidi.
Le attività lavorative iniziano, per la stragrande maggioranza dei casi, alle 8.00 del mattino, per terminare verso le 15.00/15.30. Per quanto riguarda il cibo, generalmente si usa fare una “colazione da campioni”, uno spuntino (che chiamano pranzo ma è più vicino ad una merendina) verso le 11.30 ed una “cena” attorno alle 17.00/17.30.
Il tempo è estremamente variabile e conviene sempre portare con se un ombrellino. Attualmente ci sono 20 gradi.
Quanto prima andrò a visitare il Munch Museum, anche perchè, fino al 6 settembre c’è una interessante mostra che mette a confronto l’artista norvegese con Van Gogh. Accanto a questo museo, inoltre, si trova un parco, con annesso giardino botanico, davvero meraviglioso.
Per quanto riguarda le bevande alcoliche (e quindi anche il vino) è lo stato a detenerne il monopolio e le accise sono veramente elevatissime. Il risultato è che bisogna mettere in preventivo sempre almeno 50 euro per permettersi una bottiglia al ristorante. Attenzione: non certo uno Champagne eh!! Personalmente, ad esempio, l’altra sera in un ristorantino piuttosto economico (carino ma niente di esagerato) ho degustato un Pinot Nero neozelandese (rigorosamente con tappo a vite: di tappi in silicone o in sughero non vi è traccia) alla modestissima cifra di 65 euro…
Un vino che oltre il sentore di ciliegia e qualche spezia, non aveva niente da offrire. Abbastanza molle in bocca e poco persistente. Eppure era uno dei prodotti più promettenti in quella carta dei vini… Sarebbe interessante riuscire a capire come fare per permettere ai nostri produttori italiani più in gamba di inserire i loro vini in questo mercato.
Se qualcuno ha qualche suggerimento, è ben accetto.
Per ora, per questa prima settimana è tutto. Chi volesse vedere altri scatti, può cliccare qui e vedere le migliori foto di questi primi sei giorni norvegesi.